Abstract
Recentemente, l’apparizione di una “nuova destra” culturale e politica ha suscitato un interesse internazionale per il lavoro di Jesi sulla cultura di destra e il mito politico. Per contro, meno attenzione è stata dedicata alla sua critica dell’opposizione umanista al mito, che tuttavia costituisce un filo conduttore nel suo pensiero. In questo articolo sostengo che, secondo Jesi, l’umanesimo fallisce quando è guidato dalla paura del mito politico. Nei suoi saggi critici su Kerènyi e nel suo libro sulla simbologia della rivolta, Jesi critica sia le forme individualistiche e apolitiche sia quelle collettive e rivoluzionarie di opposizione umanista alla cultura di destra, perchè non riescono a sottrarsi alla “religione della morte” della destra. Rinunciano così alla possibilità di una vittoria storica dell’umanesimo sul mito a favore dell’eternità morale di una vittoria delle vittime sul “male” politico.