I. La dialettica di Hegel e il suo “diretto opposto”
Il marxismo ha la pretesa di essere una “filosofia di un nuovo tipo”, o meglio di rappresentare una nuova qualità di filosofia 1. Questa pretesa può fondarsi sulla XI tesi su Feuerbach di Marx, la quale formula programmaticamente ciò che era stato già espresso nella critica di Hegel 2. Lo stesso Marx ha utilizzato per questo capovolgimento qualitativo una denominazione strutturale logica esattamente definita, che esprime l’unita della continuità e della discontinuità nella storia della filosofia e ha indicato il luogo nel quale si manifesterebbe questa unità degli opposti nel capovolgimento. Marx scrive, infatti: “Il mio metodo dialettico non è diverso soltanto nel fondamento da quello hegeliano, ma è il suo diretto opposto” 3. Cosa si intenda quando si parla di “diretto opposto” è definito dalla logica aristotelica – e, in proposito, non si può dimenticare che Marx ed Engels non solo avevano dimestichezza con Aristotele, ma lo consideravano un grande dialettico 4.
Con la formulazione del “diretto opposto” Marx si riferisce al termine greco enantion usato da Aristotele. Nei contrari – antikeimena – Aristotele contrappone enantion (opposto) e antiphasis (contraddizione). Generalmente la distinzione tra enantion e antiphasis viene tradotta con i termini logici contrario (konträr) e contraddittorio (kontradiktorisch). Questa traduzione segue l’uso linguistico della Fisica. V, 1 (225a 12) ed è pienamente sufficiente alle esigenze del sistema scolastico della logica. In effetti, però, Aristotele differenzia e introduce, già poco dopo, secondo la formulazione di 225a 12 un’ulteriore differenziazione, quella tra enantion e metaxy, lo “stare tra due”. Vi sono passaggi graduali di diversità, un continuum di differenziazioni, come nella scala dei toni di grigio tra il bianco e il nero, ed esistono contrari estremi: eschatata enantia (226b 26). Questi sono, ad esempio, i numeri pari e dispari. Tertium non datur. Ma anche nel continuum ininterrotto di una serie si devono distinguere i termini estremi di un’estensione – eutheianapechinpleiston (226b 32) – come in genere il concetto di opposto è ottenuto dal concetto spaziale di “essere di fronte” (katatopon).
Cfr. Georg Klaus, Manfred Bur (a cura di), Philosophisches Wörterbuch, lemma filosofia: «Il materialismo dialettico e storico si differenzia fondamentalmente dalle filosofie precedenti (…) Esso presenta di fronte a tutte le filosofie precedenti una serie di caratteristiche che lo fanno assurgere al rango di prima scienza filosofica. (…) La storia della filosofia è il terreno fertile per la formazione della forma di sviluppo più alta della filosofia, del materialismo dialettico e storico (…) un processo dialetticamente crescente del continuo progresso del pensiero filosofico verso il materialismo dialettico e storico». La consapevolezza di questa particolarità è riassunta nel volume collettaneo, Marxistische Philosophie, Lehrbuch, Berlino 1967, cap. I,1,c, p. 30 ss.: Die Struktur del marxistischen Philosophie. Cfr. Kuusinen, Principi elementari del marxismo, Roma 1960, vol I: Fondamenti filosofici, p. 14: «Un nuovo e superiore gradino dialettico e storico. (…) Marx ed Engels hanno operato una vera e propria svolta rivoluzionaria nella filosofia». ↩
Cfr. Karl Marx, Zur Kritik des hegelschen Staatrechts, vol. I p. 203 ss.; Zur Kritik der hegelschen Rechtphilosophie, introduzione, p. 378 ss.. Si veda in proposito, Hans Heinz Holz, Einheit und Wi- derspruch. Problemgeschichte der Dialektik in der Neuzeit, Stuttgart e Weimar 1997, vol. III, p. 243 ss. ↩
Friedrich Engels, Anti-Düring, p. 19. «Anche Aristotele, lo Hegel del mondo antico, ha già esaminato le forme essenziali del pensiero dialettico». Inoltre: «La dialettica è stata finora studiata precisamente solo da due pensatori, Aristotele e Hegel». Ivi, p. 330. ↩
Holz, Hans Heinz."Karl Marx: l’eredità di Hegel e la trasformazione della filosofia". PólemosII. 1. (2008): 7-25https://www.rivistapolemos.it/karl-marx-leredita-di-hegel-e-la-trasformazione-della-filosofia/?lang=it
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Holz, Hans Heinz.2008. "Karl Marx: l’eredità di Hegel e la trasformazione della filosofia". PólemosII (1). Donzelli Editore: 7-25. https://www.rivistapolemos.it/karl-marx-leredita-di-hegel-e-la-trasformazione-della-filosofia/?lang=it
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TY - JOUR
A1 - Holz, Hans Heinz
PY - 2008
TI - Karl Marx: l’eredità di Hegel e la trasformazione della filosofia
JO - Plemos
SN - 889013013X/2281-9517
AB - I. La dialettica di Hegel e il suo “diretto opposto”
Il marxismo ha la pretesa di essere una “filosofia di un nuovo tipo”, o meglio di rappresentare una nuova qualità di filosofia [1. Cfr. Georg Klaus, Manfred Bur (a cura di), Philosophisches Wörterbuch, lemma filosofia: «Il materialismo dialettico e storico si differenzia fondamentalmente dalle filosofie precedenti (...) Esso presenta di fronte a tutte le filosofie precedenti una serie di caratteristiche che lo fanno assurgere al rango di prima scienza filosofica. (...) La storia della filosofia è il terreno fertile per la formazione della forma di sviluppo più alta della filosofia, del materialismo dialettico e storico (...) un processo dialetticamente crescente del continuo progresso del pensiero filosofico verso il materialismo dialettico e storico». La consapevolezza di questa particolarità è riassunta nel volume collettaneo, Marxistische Philosophie, Lehrbuch, Berlino 1967, cap. I,1,c, p. 30 ss.: Die Struktur del marxistischen Philosophie. Cfr. Kuusinen, Principi elementari del marxismo, Roma 1960, vol I: Fondamenti filosofici, p. 14: «Un nuovo e superiore gradino dialettico e storico. (...) Marx ed Engels hanno operato una vera e propria svolta rivoluzionaria nella filosofia».]. Questa pretesa può fondarsi sulla XI tesi su Feuerbach di Marx, la quale formula programmaticamente ciò che era stato già espresso nella critica di Hegel [2. Cfr. Karl Marx, Zur Kritik des hegelschen Staatrechts, vol. I p. 203 ss.; Zur Kritik der hegelschen Rechtphilosophie, introduzione, p. 378 ss.. Si veda in proposito, Hans Heinz Holz, Einheit und Wi- derspruch. Problemgeschichte der Dialektik in der Neuzeit, Stuttgart e Weimar 1997, vol. III, p. 243 ss.]. Lo stesso Marx ha utilizzato per questo capovolgimento qualitativo una denominazione strutturale logica esattamente definita, che esprime l’unita della continuità e della discontinuità nella storia della filosofia e ha indicato il luogo nel quale si manifesterebbe questa unità degli opposti nel capovolgimento. Marx scrive, infatti: “Il mio metodo dialettico non è diverso soltanto nel fondamento da quello hegeliano, ma è il suo diretto opposto” [3. Karl Marx, Das Kapital, vol. 23, p. 27.]. Cosa si intenda quando si parla di “diretto opposto” è definito dalla logica aristotelica – e, in proposito, non si può dimenticare che Marx ed Engels non solo avevano dimestichezza con Aristotele, ma lo consideravano un grande dialettico [4. Friedrich Engels, Anti-Düring, p. 19. «Anche Aristotele, lo Hegel del mondo antico, ha già esaminato le forme essenziali del pensiero dialettico». Inoltre: «La dialettica è stata finora studiata precisamente solo da due pensatori, Aristotele e Hegel». Ivi, p. 330.].
Con la formulazione del “diretto opposto” Marx si riferisce al termine greco enantion usato da Aristotele. Nei contrari – antikeimena – Aristotele contrappone enantion (opposto) e antiphasis (contraddizione). Generalmente la distinzione tra enantion e antiphasis viene tradotta con i termini logici contrario (konträr) e contraddittorio (kontradiktorisch). Questa traduzione segue l’uso linguistico della Fisica. V, 1 (225a 12) ed è pienamente sufficiente alle esigenze del sistema scolastico della logica. In effetti, però, Aristotele differenzia e introduce, già poco dopo, secondo la formulazione di 225a 12 un’ulteriore differenziazione, quella tra enantion e metaxy, lo “stare tra due”. Vi sono passaggi graduali di diversità, un continuum di differenziazioni, come nella scala dei toni di grigio tra il bianco e il nero, ed esistono contrari estremi: eschata ta enantia (226b 26). Questi sono, ad esempio, i numeri pari e dispari. Tertium non datur. Ma anche nel continuum ininterrotto di una serie si devono distinguere i termini estremi di un’estensione – eutheian apechin pleiston (226b 32) – come in genere il concetto di opposto è ottenuto dal concetto spaziale di “essere di fronte” (kata topon).
SE - 1/2008
DA - 2008
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Con la formulazione del “diretto opposto” Marx si riferisce al termine greco enantion usato da Aristotele. Nei contrari – antikeimena – Aristotele contrappone enantion (opposto) e antiphasis (contraddizione). Generalmente la distinzione tra enantion e antiphasis viene tradotta con i termini logici contrario (konträr) e contraddittorio (kontradiktorisch). Questa traduzione segue l’uso linguistico della Fisica. V, 1 (225a 12) ed è pienamente sufficiente alle esigenze del sistema scolastico della logica. In effetti, però, Aristotele differenzia e introduce, già poco dopo, secondo la formulazione di 225a 12 un’ulteriore differenziazione, quella tra enantion e metaxy, lo “stare tra due”. Vi sono passaggi graduali di diversità, un continuum di differenziazioni, come nella scala dei toni di grigio tra il bianco e il nero, ed esistono contrari estremi: eschata ta enantia (226b 26). Questi sono, ad esempio, i numeri pari e dispari. Tertium non datur. Ma anche nel continuum ininterrotto di una serie si devono distinguere i termini estremi di un’estensione – eutheian apechin pleiston (226b 32) – come in genere il concetto di opposto è ottenuto dal concetto spaziale di “essere di fronte” (kata topon).
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