In una lettera a Niethammer del 5 luglio 1816, vale a dire poche settimane dopo la seconda abdicazione di Napoleone, Hegel tratteggia il grande movimento della storia con una poderosa allegoria:
Io mi attengo a quest’idea, che lo spirito del mondo ha dato al tempo l’ordine di avanzare. Tale comando è stato eseguito; questa essenza s’avanza come una compatta falange corazzata, irresistibilmente, ovunque, con un movimento impercettibile come quello del sole. Le muovono contro, l’affiancano, da tutte le parti, innumerevoli truppe leggere, la maggior parte delle quali non sa affatto di che si tratti, e non fa che ricevere colpi sulla testa, come da una mano invisibile. Tutte le millanterie temporeggiatrici o i colpi a vuoto pur tanto celebrati non servono a niente contro di essa. 1.
Il movimento specifico qui osservato si definisce come reazione in senso strettamente etimologico2: la direzione che prende sembra semplicemente uguale e contraria a quella della spinta precedente, secondo un movimento pendolare il cui cieco meccanismo non sembrerebbe lasciare alcuno spazio alla libertà umana. Il gioco delle forze che si dispiega nella storia, qui, ha come solo soggetto l’evanescente spirito del mondo, del quale si potrebbe dire, sulla scorta di una definizione marxiana del valore, che “trapassa costantemente da una forma all’altra, senza perdersi in questo movimento, e si trasforma così in un soggetto automatico”3. Ciò non significa che allo spirito del mondo, e più in generale, allo spirito universale non spetti una funzione centrale nella visione hegeliana, come visione unificante che, proprio perché a posteriori, porta con sé, per il suo immanente permanere nella società, il valore di una messa a punto dei concetti in chiave per lo meno programmatica, se non apertamente pragmatica.
G.W.F. Hegel, Lettere, trad. it. P. Manganaro e V. Spada, Laterza, Bari, 1972, p. 158. ↩
Cfr. id., p. 159: “Mi aspettavo la reazione di cui adesso sentiamo parlare. Essa vuol far prevalere il suo diritto. La verité en la repoussant, on l’embrasse, è un profondo detto di Jacobi. La reazione è ancora molto al di sotto della resistenza; infatti essa è già interamente all’interno della sfera verso la quale l’altra si dispone ancora come qualcosa di estraneo. La sua volontà si riduce, essenzialmente, sebbene essa affermi il contrario, alla vanità di imprimere il proprio sigillo su ciò che è accaduto, e contro la quale essa dice di nutrire il grande odio, affinché si possa leggere su di esso: questo l’abbiamo fatto noi”. ↩
K. Marx, Il Capitale, trad. it. D. Cantimori, Editori Riuniti, Roma, 1989, I, 4, p. 187. ↩
Cantatore, Nane."IL SOGGETTO DELLA STORIA. L’azione storica come campo di soggettività reale: dalla figura del popolo alla sostanza dello Stato". PólemosVI. 4-5. (2011): 25-50https://www.rivistapolemos.it/il-soggetto-della-storia-lazione-storica-come-campo-di-soggettivita-reale-dalla-figura-del-popolo-alla-sostanza-dello-stato/?lang=it
APA
Cantatore, N.(2011). "IL SOGGETTO DELLA STORIA. L’azione storica come campo di soggettività reale: dalla figura del popolo alla sostanza dello Stato". PólemosVI. (4-5). 25-50https://www.rivistapolemos.it/il-soggetto-della-storia-lazione-storica-come-campo-di-soggettivita-reale-dalla-figura-del-popolo-alla-sostanza-dello-stato/?lang=it
Chicago
Cantatore, Nane.2011. "IL SOGGETTO DELLA STORIA. L’azione storica come campo di soggettività reale: dalla figura del popolo alla sostanza dello Stato". PólemosVI (4-5). Donzelli Editore: 25-50. https://www.rivistapolemos.it/il-soggetto-della-storia-lazione-storica-come-campo-di-soggettivita-reale-dalla-figura-del-popolo-alla-sostanza-dello-stato/?lang=it
Esporta un file formato BIB per Bebop, BibSonomy, BibTeX, Jumper 2.0, Pybliographer, Qiqqa…
TY - JOUR
A1 - Cantatore, Nane
PY - 2011
TI - IL SOGGETTO DELLA STORIA. L’azione storica come campo di soggettività reale: dalla figura del popolo alla sostanza dello Stato
JO - Plemos
SN - 9788890413650/2281-9517
AB - In una lettera a Niethammer del 5 luglio 1816, vale a dire poche settimane dopo la seconda abdicazione di Napoleone, Hegel tratteggia il grande movimento della storia con una poderosa allegoria:
Io mi attengo a quest’idea, che lo spirito del mondo ha dato al tempo l’ordine di avanzare. Tale comando è stato eseguito; questa essenza s’avanza come una compatta falange corazzata, irresistibilmente, ovunque, con un movimento impercettibile come quello del sole. Le muovono contro, l’affiancano, da tutte le parti, innumerevoli truppe leggere, la maggior parte delle quali non sa affatto di che si tratti, e non fa che ricevere colpi sulla testa, come da una mano invisibile. Tutte le millanterie temporeggiatrici o i colpi a vuoto pur tanto celebrati non servono a niente contro di essa. [1. G.W.F. Hegel, Lettere, trad. it. P. Manganaro e V. Spada, Laterza, Bari, 1972, p. 158.].
Il movimento specifico qui osservato si definisce come reazione in senso strettamente etimologico[2. Cfr. id., p. 159: “Mi aspettavo la reazione di cui adesso sentiamo parlare. Essa vuol far prevalere il suo diritto. La verité en la repoussant, on l’embrasse, è un profondo detto di Jacobi. La reazione è ancora molto al di sotto della resistenza; infatti essa è già interamente all’interno della sfera verso la quale l’altra si dispone ancora come qualcosa di estraneo. La sua volontà si riduce, essenzialmente, sebbene essa affermi il contrario, alla vanità di imprimere il proprio sigillo su ciò che è accaduto, e contro la quale essa dice di nutrire il grande odio, affinché si possa leggere su di esso: questo l’abbiamo fatto noi”.]: la direzione che prende sembra semplicemente uguale e contraria a quella della spinta precedente, secondo un movimento pendolare il cui cieco meccanismo non sembrerebbe lasciare alcuno spazio alla libertà umana. Il gioco delle forze che si dispiega nella storia, qui, ha come solo soggetto l’evanescente spirito del mondo, del quale si potrebbe dire, sulla scorta di una definizione marxiana del valore, che “trapassa costantemente da una forma all'altra, senza perdersi in questo movimento, e si trasforma così in un soggetto automatico”[3. K. Marx, Il Capitale, trad. it. D. Cantimori, Editori Riuniti, Roma, 1989, I, 4, p. 187.]. Ciò non significa che allo spirito del mondo, e più in generale, allo spirito universale non spetti una funzione centrale nella visione hegeliana, come visione unificante che, proprio perché a posteriori, porta con sé, per il suo immanente permanere nella società, il valore di una messa a punto dei concetti in chiave per lo meno programmatica, se non apertamente pragmatica.
SE - 4-5/2011
DA - 2011
KW - Hegel KW - filosofia pratica KW - Marx KW - filosofia della storia
UR - https://www.rivistapolemos.it/il-soggetto-della-storia-lazione-storica-come-campo-di-soggettivita-reale-dalla-figura-del-popolo-alla-sostanza-dello-stato/?lang=it
DO -
PB - Donzelli Editore
LA - it
SP - 25
EP - 50
ER -
@article{,
author = {Nane Cantatore},
title = {IL SOGGETTO DELLA STORIA. L’azione storica come campo di soggettività reale: dalla figura del popolo alla sostanza dello Stato},
publisher = {Donzelli Editore},
year = {2011},
ISBN = {9788890413650},
issn = {2281-9517},
abstract = {In una lettera a Niethammer del 5 luglio 1816, vale a dire poche settimane dopo la seconda abdicazione di Napoleone, Hegel tratteggia il grande movimento della storia con una poderosa allegoria:
Io mi attengo a quest’idea, che lo spirito del mondo ha dato al tempo l’ordine di avanzare. Tale comando è stato eseguito; questa essenza s’avanza come una compatta falange corazzata, irresistibilmente, ovunque, con un movimento impercettibile come quello del sole. Le muovono contro, l’affiancano, da tutte le parti, innumerevoli truppe leggere, la maggior parte delle quali non sa affatto di che si tratti, e non fa che ricevere colpi sulla testa, come da una mano invisibile. Tutte le millanterie temporeggiatrici o i colpi a vuoto pur tanto celebrati non servono a niente contro di essa. [1. G.W.F. Hegel, Lettere, trad. it. P. Manganaro e V. Spada, Laterza, Bari, 1972, p. 158.].
Il movimento specifico qui osservato si definisce come reazione in senso strettamente etimologico[2. Cfr. id., p. 159: “Mi aspettavo la reazione di cui adesso sentiamo parlare. Essa vuol far prevalere il suo diritto. La verité en la repoussant, on l’embrasse, è un profondo detto di Jacobi. La reazione è ancora molto al di sotto della resistenza; infatti essa è già interamente all’interno della sfera verso la quale l’altra si dispone ancora come qualcosa di estraneo. La sua volontà si riduce, essenzialmente, sebbene essa affermi il contrario, alla vanità di imprimere il proprio sigillo su ciò che è accaduto, e contro la quale essa dice di nutrire il grande odio, affinché si possa leggere su di esso: questo l’abbiamo fatto noi”.]: la direzione che prende sembra semplicemente uguale e contraria a quella della spinta precedente, secondo un movimento pendolare il cui cieco meccanismo non sembrerebbe lasciare alcuno spazio alla libertà umana. Il gioco delle forze che si dispiega nella storia, qui, ha come solo soggetto l’evanescente spirito del mondo, del quale si potrebbe dire, sulla scorta di una definizione marxiana del valore, che “trapassa costantemente da una forma all'altra, senza perdersi in questo movimento, e si trasforma così in un soggetto automatico”[3. K. Marx, Il Capitale, trad. it. D. Cantimori, Editori Riuniti, Roma, 1989, I, 4, p. 187.]. Ciò non significa che allo spirito del mondo, e più in generale, allo spirito universale non spetti una funzione centrale nella visione hegeliana, come visione unificante che, proprio perché a posteriori, porta con sé, per il suo immanente permanere nella società, il valore di una messa a punto dei concetti in chiave per lo meno programmatica, se non apertamente pragmatica.}
journal = {Pólemos},
number = {4-5/2011},
doi = {},
URL = {https://www.rivistapolemos.it/il-soggetto-della-storia-lazione-storica-come-campo-di-soggettivita-reale-dalla-figura-del-popolo-alla-sostanza-dello-stato/?lang=it},
keywords = {Hegel; filosofia pratica; Marx; filosofia della storia.},
pages = {25-50},
language = {it}
}