In una lettera a Paul Ernst del marzo 1915, Lukács scrive: «Adesso finalmente mi sono messo sul mio nuovo libro: su Dostoevskij (l’estetica al momento riposa). Conterrà però molto più che Dostoevskij: grosse parti della mia etica metafisica, della filosofia della storia ecc»1. Questo saggio si propone allora di rintracciare contenuti e forme di una possibile filosofia della storia nel giovane Lukács2, ripercorrendo i luoghi del suo apprendistato filosofico a partire dal manoscritto Dostoevskij3. Il punto di partenza, indicato dallo stesso autore, però, si rivela un punto di arrivo. Il manoscritto, infatti, è costituito da una serie di appunti conservati in 162 buste e da un abbozzo del testo, ritrovati postumi in un baule e decifrati da due ex allievi, Agnes Heller e Ferenc Fehèr4. La stesura dell’opera, pensata come sintesi di tutto il suo lavoro fino a quel momento, fu interrotta a causa della guerra: «Queste scadenze ravvicinate nuocciono molto al mio lavoro. Ho interrotto il mio libro su Dostoevskij, che era troppo grosso. Ne è uscito, finito, un grosso saggio: Die Asthetik des Romans»5. Storia e struttura del manoscritto non consentono di utilizzarlo come fonte se non prima di aver affrontato un paziente lavoro di ricostruzione del pensiero giovanile del suo autore, rileggendo testi come L’anima e le forme6, Teoria del romanzo7, Scritti sul romance8, Sulla povertà di spirito9 e Cultura estetica10.
G. Lukács, Epistolario 1902-1917, Editori Riuniti, Roma 1984, p. 353. ↩
«Se si dovesse indicare una specificazione filosofica dell’opera giovanile di Lukács, questa sarebbe senza troppi dubbi la filosofia della storia». P. Pullega, Dai giardini di marzo al maggio operaio, in G. Lukács, Sulla povertà di spirito. Scritti (1907-1918), L. Cappelli, Bologna 1981, p. 45. ↩
Mariotti, Manuela."IL GIOVANE LUKÁCS E DOSTOEVSKIJ. Appunti di filosofia della storia". PólemosVI. 4-5. (2011): 115-131https://www.rivistapolemos.it/il-giovane-lukacs-e-dostoevskij-appunti-di-filosofia-della-storia/?lang=it
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Mariotti, M.(2011). "IL GIOVANE LUKÁCS E DOSTOEVSKIJ. Appunti di filosofia della storia". PólemosVI. (4-5). 115-131https://www.rivistapolemos.it/il-giovane-lukacs-e-dostoevskij-appunti-di-filosofia-della-storia/?lang=it
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Mariotti, Manuela.2011. "IL GIOVANE LUKÁCS E DOSTOEVSKIJ. Appunti di filosofia della storia". PólemosVI (4-5). Donzelli Editore: 115-131. https://www.rivistapolemos.it/il-giovane-lukacs-e-dostoevskij-appunti-di-filosofia-della-storia/?lang=it
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TY - JOUR
A1 - Mariotti, Manuela
PY - 2011
TI - IL GIOVANE LUKÁCS E DOSTOEVSKIJ. Appunti di filosofia della storia
JO - Plemos
SN - 9788890413650/2281-9517
AB - In una lettera a Paul Ernst del marzo 1915, Lukács scrive: «Adesso finalmente mi sono messo sul mio nuovo libro: su Dostoevskij (l’estetica al momento riposa). Conterrà però molto più che Dostoevskij: grosse parti della mia etica metafisica, della filosofia della storia ecc»[1. G. Lukács, Epistolario 1902-1917, Editori Riuniti, Roma 1984, p. 353.]. Questo saggio si propone allora di rintracciare contenuti e forme di una possibile filosofia della storia nel giovane Lukács[2. «Se si dovesse indicare una specificazione filosofica dell’opera giovanile di Lukács, questa sarebbe senza troppi dubbi la filosofia della storia». P. Pullega, Dai giardini di marzo al maggio operaio, in G. Lukács, Sulla povertà di spirito. Scritti (1907-1918), L. Cappelli, Bologna 1981, p. 45.], ripercorrendo i luoghi del suo apprendistato filosofico a partire dal manoscritto Dostoevskij[3. G. Lukács, Dostoevskij, SE, Milano 2000.]. Il punto di partenza, indicato dallo stesso autore, però, si rivela un punto di arrivo. Il manoscritto, infatti, è costituito da una serie di appunti conservati in 162 buste e da un abbozzo del testo, ritrovati postumi in un baule e decifrati da due ex allievi, Agnes Heller e Ferenc Fehèr[4. F. Fehér, A. Heller, G. Màrkus, A. Radnòti, La Scuola di Budapest: sul giovane Lukács, La Nuova Italia, Firenze 1978, p. 195.]. La stesura dell’opera, pensata come sintesi di tutto il suo lavoro fino a quel momento, fu interrotta a causa della guerra: «Queste scadenze ravvicinate nuocciono molto al mio lavoro. Ho interrotto il mio libro su Dostoevskij, che era troppo grosso. Ne è uscito, finito, un grosso saggio: Die Asthetik des Romans»[5. G. Lukács, Epistolario, cit., p. 366.]. Storia e struttura del manoscritto non consentono di utilizzarlo come fonte se non prima di aver affrontato un paziente lavoro di ricostruzione del pensiero giovanile del suo autore, rileggendo testi come L’anima e le forme[6. G. Lukács, L’anima e le forme, SE, Milano 2002.], Teoria del romanzo[7. G. Lukács, Teoria del Romanzo, SE, Milano 2004.], Scritti sul romance[8. G. Lukács, Scritti sul romance, Il Mulino, Bologna 1982.], Sulla povertà di spirito[9. G. Lukács, Sulla povertà di spirito, cit.] e Cultura estetica[10. G. Lukács, Cultura estetica, Newton Compton, Roma 1977.].
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