[…] La sua specifica sapientia [dell’homo sapiens] è il grande mistero che lascia senza fiato anche gli stessi paleontologi. Ciò rappresenta allo stesso tempo la chiave di volta dell’era della pietra antica. Il grande volume del cervello, l’andatura retta, l’abilità manuale e la disposizione al differimento degli impulsi: tutto questo ancora non spiega quell’attuazione dello spostamento (Verschiebungsleistung) singolare il cui risultato ha aperto all’homo sapiens la sfera del significato.
Questo mistero non interessa solo gli esperti in materia. «La ricerca sugli ominidi è una ricerca anche per noi stessi. Arriva alla sostanza», afferma Friedemann Schrenk1. Infatti: l’equipaggiamento fisico di base, che l’homo sapiens ha raggiunto circa 200.000 anni fa, così come i collegamenti delle cellule nervose che si sono costituiti nel suo cervello: tutto questo noi ancora oggi ce lo portiamo dietro. L’era della pietra antica è in noi. Non ci riguarda per niente fino a che costituisce solo il sostrato in quiete superato da ogni sviluppo successivo della nostra specie. Ci riguarda in modo esistenziale appena questo sostrato viene smosso.
Proprio questo fa l’alta tecnologia moderna. Non lascia riposare il passato, neanche quello più lontano. Il suo sguardo è del tutto orientato verso il futuro, ma allo stesso tempo rievoca l’era della pietra antica. Non solo in quanto riserva alla paleontologia un insieme di metodi di precisione che, con analisi al carbone, al potassio e del DNA, rendono possibili referti incredibilmente precisi sull’età e la configurazione di campioni di ossa, pietre o terra. L’alta tecnologia ha essa stessa una dinamica archeologica. Cosa fanno i genetisti? Non solo analizzano e registrano un dato genetico, ma intervengono su questo. Prodotti alimentari geneticamente modificati sono da lungo tempo in circolazione. A volte vengono anche condotti esperimenti orripilanti: «Nel 1986 gli scienziati hanno prelevato da un verme un gene con una sostanza fluorescente e lo hanno impiantato nelle piante del tabacco. Le piante del tabacco hanno iniziato a essere fluorescenti». Altri «hanno fuso cellule embrionali di una capra e una pecora e hanno impiantato in una madre surrogata un nuovo embrione che ha cancellato con successo la chimera di una capra-pecora»2.
Cfr. «Technik war der Zündfunke unserer Evolution». Der Frankfurter Paläontologe Friedemann Schrenk über die großen Momente in der Geschichte der Menschheit, Intervista sulla «Süddeutsche Zeitung», 11-12 Febbraio 2006, p. 24. ↩
J. Rifkin, Das biotechnische Zeitalter. Die Geschäfte mit Gentechnik, Goldmann, München 1998, p. 41. ↩
Türcke, Christoph."ESTRATTI DA PHILOSOPHIE DES TRAUMS". PólemosVIII. 6-7. (2014): 79-89https://www.rivistapolemos.it/estratti-da-philosophie-des-traums/?lang=it
APA
Türcke, C.(2014). "ESTRATTI DA PHILOSOPHIE DES TRAUMS". PólemosVIII. (6-7). 79-89https://www.rivistapolemos.it/estratti-da-philosophie-des-traums/?lang=it
Chicago
Türcke, Christoph.2014. "ESTRATTI DA PHILOSOPHIE DES TRAUMS". PólemosVIII (6-7). Donzelli Editore: 79-89. https://www.rivistapolemos.it/estratti-da-philosophie-des-traums/?lang=it
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TY - JOUR
A1 - Türcke, Christoph
PY - 2014
TI - ESTRATTI DA PHILOSOPHIE DES TRAUMS
JO - Plemos
SN - 9788898697243/2281-9517
AB - [...] La sua specifica sapientia [dell’homo sapiens] è il grande mistero che lascia senza fiato anche gli stessi paleontologi. Ciò rappresenta allo stesso tempo la chiave di volta dell’era della pietra antica. Il grande volume del cervello, l’andatura retta, l’abilità manuale e la disposizione al differimento degli impulsi: tutto questo ancora non spiega quell’attuazione dello spostamento (Verschiebungsleistung) singolare il cui risultato ha aperto all’homo sapiens la sfera del significato.
Questo mistero non interessa solo gli esperti in materia. «La ricerca sugli ominidi è una ricerca anche per noi stessi. Arriva alla sostanza», afferma Friedemann Schrenk[1. Cfr. «Technik war der Zündfunke unserer Evolution». Der Frankfurter Paläontologe Friedemann Schrenk über die großen Momente in der Geschichte der Menschheit, Intervista sulla «Süddeutsche Zeitung», 11-12 Febbraio 2006, p. 24.]. Infatti: l’equipaggiamento fisico di base, che l’homo sapiens ha raggiunto circa 200.000 anni fa, così come i collegamenti delle cellule nervose che si sono costituiti nel suo cervello: tutto questo noi ancora oggi ce lo portiamo dietro. L’era della pietra antica è in noi. Non ci riguarda per niente fino a che costituisce solo il sostrato in quiete superato da ogni sviluppo successivo della nostra specie. Ci riguarda in modo esistenziale appena questo sostrato viene smosso.
Proprio questo fa l’alta tecnologia moderna. Non lascia riposare il passato, neanche quello più lontano. Il suo sguardo è del tutto orientato verso il futuro, ma allo stesso tempo rievoca l’era della pietra antica. Non solo in quanto riserva alla paleontologia un insieme di metodi di precisione che, con analisi al carbone, al potassio e del DNA, rendono possibili referti incredibilmente precisi sull’età e la configurazione di campioni di ossa, pietre o terra. L’alta tecnologia ha essa stessa una dinamica archeologica. Cosa fanno i genetisti? Non solo analizzano e registrano un dato genetico, ma intervengono su questo. Prodotti alimentari geneticamente modificati sono da lungo tempo in circolazione. A volte vengono anche condotti esperimenti orripilanti: «Nel 1986 gli scienziati hanno prelevato da un verme un gene con una sostanza fluorescente e lo hanno impiantato nelle piante del tabacco. Le piante del tabacco hanno iniziato a essere fluorescenti». Altri «hanno fuso cellule embrionali di una capra e una pecora e hanno impiantato in una madre surrogata un nuovo embrione che ha cancellato con successo la chimera di una capra-pecora»[2. J. Rifkin, Das biotechnische Zeitalter. Die Geschäfte mit Gentechnik, Goldmann, München 1998, p. 41.].
SE - 6-7/2014
DA - 2014
KW - Homo sapiens KW - tecnica KW - archeologia
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Questo mistero non interessa solo gli esperti in materia. «La ricerca sugli ominidi è una ricerca anche per noi stessi. Arriva alla sostanza», afferma Friedemann Schrenk[1. Cfr. «Technik war der Zündfunke unserer Evolution». Der Frankfurter Paläontologe Friedemann Schrenk über die großen Momente in der Geschichte der Menschheit, Intervista sulla «Süddeutsche Zeitung», 11-12 Febbraio 2006, p. 24.]. Infatti: l’equipaggiamento fisico di base, che l’homo sapiens ha raggiunto circa 200.000 anni fa, così come i collegamenti delle cellule nervose che si sono costituiti nel suo cervello: tutto questo noi ancora oggi ce lo portiamo dietro. L’era della pietra antica è in noi. Non ci riguarda per niente fino a che costituisce solo il sostrato in quiete superato da ogni sviluppo successivo della nostra specie. Ci riguarda in modo esistenziale appena questo sostrato viene smosso.
Proprio questo fa l’alta tecnologia moderna. Non lascia riposare il passato, neanche quello più lontano. Il suo sguardo è del tutto orientato verso il futuro, ma allo stesso tempo rievoca l’era della pietra antica. Non solo in quanto riserva alla paleontologia un insieme di metodi di precisione che, con analisi al carbone, al potassio e del DNA, rendono possibili referti incredibilmente precisi sull’età e la configurazione di campioni di ossa, pietre o terra. L’alta tecnologia ha essa stessa una dinamica archeologica. Cosa fanno i genetisti? Non solo analizzano e registrano un dato genetico, ma intervengono su questo. Prodotti alimentari geneticamente modificati sono da lungo tempo in circolazione. A volte vengono anche condotti esperimenti orripilanti: «Nel 1986 gli scienziati hanno prelevato da un verme un gene con una sostanza fluorescente e lo hanno impiantato nelle piante del tabacco. Le piante del tabacco hanno iniziato a essere fluorescenti». Altri «hanno fuso cellule embrionali di una capra e una pecora e hanno impiantato in una madre surrogata un nuovo embrione che ha cancellato con successo la chimera di una capra-pecora»[2. J. Rifkin, Das biotechnische Zeitalter. Die Geschäfte mit Gentechnik, Goldmann, München 1998, p. 41.].}
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