«“Partecipazione” […] è diventato un termine chiave del lessico artistico e curatoriale, che evoca un campo eterogeneo di pratiche e progetti diretti programmaticamente contro la passività dell’esperienza spettatoriale, la contemplazione “disinteressata”, la pretesa autonomia dell’arte e dei suoi spazi istituzionalizzati e, più in generale, i modi di produzione e di consumo del capitalismo avanzato». A partire da queste parole, tratte dal testo della call for papers per il presente numero di Polemos, è possibile definire un preciso idealtipo di arte partecipata. Questo articolo si propone di esplorare le riflessioni sull’arte contenute nell’opera di Marcel Proust al fine di dimostrare che tale idealtipo costituisce un’opposizione, quella tra contemplazione e partecipazione, che è in realtà falsa. Come emerge nella concezione proustiana dell’esperienza artistica, la contemplazione prevede precisamente che lo spettatore si impegni in un’attività interpretativa-traduttiva volta a ricreare in se stesso la verità dell’opera d’arte. Da questa nuova prospettiva, che riesce ad includere in un’unica nozione e l’arte considerata contemplativa e l’arte considerata partecipata, saranno ridefinite e indagate le sue due principali distorsioni, quella voyeuristico-esibizionista, definita al livello “delle chiese assassinate”, e quella sadomasochista, definita al livello “delle madri profanate”, comprendere e rettificare le quali permette di giungere a un’idea di arte attiva, interessata, corale e sociale.
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TY - JOUR
A1 - Garbelli, Francesco
PY - 2021
TI - CHIESE ASSASSINATE E MADRI PROFANATE
JO - Plemos
SN - 9788855224819/2281-9517
AB - «“Partecipazione” […] è diventato un termine chiave del lessico artistico e curatoriale, che evoca un campo eterogeneo di pratiche e progetti diretti programmaticamente contro la passività dell’esperienza spettatoriale, la contemplazione “disinteressata”, la pretesa autonomia dell’arte e dei suoi spazi istituzionalizzati e, più in generale, i modi di produzione e di consumo del capitalismo avanzato». A partire da queste parole, tratte dal testo della call for papers per il presente numero di Polemos, è possibile definire un preciso idealtipo di arte partecipata. Questo articolo si propone di esplorare le riflessioni sull’arte contenute nell’opera di Marcel Proust al fine di dimostrare che tale idealtipo costituisce un’opposizione, quella tra contemplazione e partecipazione, che è in realtà falsa. Come emerge nella concezione proustiana dell’esperienza artistica, la contemplazione prevede precisamente che lo spettatore si impegni in un’attività interpretativa-traduttiva volta a ricreare in se stesso la verità dell’opera d’arte. Da questa nuova prospettiva, che riesce ad includere in un’unica nozione e l’arte considerata contemplativa e l’arte considerata partecipata, saranno ridefinite e indagate le sue due principali distorsioni, quella voyeuristico-esibizionista, definita al livello “delle chiese assassinate”, e quella sadomasochista, definita al livello “delle madri profanate”, comprendere e rettificare le quali permette di giungere a un’idea di arte attiva, interessata, corale e sociale.
SE - 2/2021
DA - 2021
KW - esibizionismo KW - masochismo KW - sadismo KW - voyeurism KW - exhibitionism KW - masochism KW - sadism KW - estetica KW - Aesthetics KW - Proust KW - voyeurismo
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DO - 10.48247/P2021-2-006
PB - Donzelli Editore
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