A cura di Giulio Azzolini e Fulvia Giachetti
«Neoliberalismo» e «globalizzazione» sono parole altamente polisemiche, al punto da rendere ragionevole presumere che la loro associazione ne accresca la vaghezza. Una delle scommesse di questo numero di «Polemos» è che, strette assieme, possano invece precisarsi a vicenda. L’idea di «globalizzazione neoliberale», infatti, suggerisce l’opportunità di riconoscere nel processo di integrazione economica, politica, sociale e culturale, sviluppato negli ultimi decenni, una filosofia di governo piuttosto determinata. Tale sintagma stabilisce così un campo teorico-politico entro cui discutere un insieme di problematiche rilevanti del nostro tempo.
Scopo di questo fascicolo della Rivista è delimitare i confini di tale campo, chiarendo i principali contenuti che danno spessore alla globalizzazione neoliberale, un’espressione ricorrente ma probabilmente ancora sotto-teorizzata. In tal modo, si intende fare luce in modo critico su un nodo teorico e politico dell’attualità: la crisi dell’ordine globale neoliberale, maturata da ultimo con la pandemia di Covid-19 e con la guerra in Ucraina. Stiamo assistendo a una riconferma, a una riarticolazione oppure al definitivo tramonto della globalizzazione neoliberale? Per rispondere a questa domanda, il numero propone un itinerario che si snoda in diverse tappe.
La sezione «Saggi» è immaginata come un contributo a: delineare l’impianto teorico della filosofia di governo globale neoliberale, sullo sfondo delle tradizioni moderne che esso rielabora, dal liberalismo al conservatorismo; riflettere sulle modalità con le quali tale impianto, evidentemente plurale e talora contraddittorio, ha eventualmente plasmato le principali istituzioni sovra-nazionali e influenzato le politiche degli Stati in rapporto alla produzione e alla riproduzione del capitalismo globalizzato, non solo nel contesto euro-atlantico; comprendere le forme di disuguaglianza e di oppressione connesse alla transizione al neoliberalismo globale; ragionare su come la globalizzazione neoliberale abbia definito una nuova esperienza dello spazio e del tempo, da cui consegue un’inedita “contemporaneità del non contemporaneo”.
Nello spazio dedicato ai «Materiali» si intende ospitare la traduzione di documenti e articoli per comprendere alcuni dei principali modelli teorici della globalizzazione neoliberale, indagando, con l’aiuto delle note introduttive, le regolarità, ma anche le varianti, le tensioni e le contraddizioni del caso.
«Figure» è la parte che si prefigge di indagare i principali momenti di crisi dell’ordine neoliberale, come per esempio le contestazioni dal basso da parte dei movimenti no- e alter-globalisti, dal movimento di Seattle a quello di Porto Alegre e oltre; la sua “strana non morte”, dopo la grande recessione scoppiata a Wall Street nel 2007-8 e poi propagatasi in Europa; l’ascesa al potere, in Occidente e non solo, di una destra conservatrice apparentemente contraria al modello neoliberale; lo scoppio della pandemia di Covid-19; la guerra in Ucraina, che ri-sollecita urgentemente l’interrogazione sulla dimensione geopolitica della globalizzazione neoliberale.
L’ultima sezione «Prospettive» si interroga sugli scenari futuri aperti dagli eventi indagati dalla sezione precedente. Il neoliberalismo permarrà in virtù della sua capacità di “resilienza”? Si prospetta una deglobalizzazione nell’ambito di una nuova Guerra Fredda? Si affermerà un modello di globalizzazione neokeynesiano, che a livello nazionale si rifletterà in un neostatalismo? Quali sono i principali scenari di lotta contro il neoliberalismo? È possibile immaginare non solo un ordine post-neoliberale, ma anche post-capitalistico? In che modo può affermarsi una transizione di questo tipo? Con quali culture, quali istituzioni, quali tecnologie?
Attraverso il percorso delineato, il numero di «Polemos» La globalizzazione neoliberale e la sua crisi mira a mettere a fuoco un problema cruciale del presente. Analizzando la logica generale e gli snodi concreti e particolari di un’astrazione forse euristicamente utile, ancorché a un primo livello approssimativa, si proverà a interrogare la forma odierna del sistema-mondo, ovviamente senza alcuna pretesa di fornire un quadro esaustivo né tantomeno di offrire una chiave interpretativa totalizzante.
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Gli articoli, per un limite massimo di 40.000 caratteri (spazi inclusi), accompagnati da un abstract di 1000 caratteri (in italiano e in inglese), devono essere proposti attraverso l’invio all’indirizzo e-mail cfp@rivistapolemos.it entro il 30 giugno 2023 (in uno dei seguenti formati: .doc, .docx, .odt). Inviare cortesemente articoli e abstract in un unico documento che sia adatto alla revisione anonima. Sono particolarmente graditi contributi direttamente pertinenti alle linee di ricerca suggerite. Articoli concernenti aree connesse al tema saranno ugualmente presi in considerazione. Sono accettati contributi in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo.