A cura di Andrea Cavalletti e Emanuele Edilio Pelilli
La rivista Polemos. Materiali di filosofia critica e sociale invita a contribuire a un numero monografico dedicato al pensiero di Gianni Carchia, figura tra le più originali della filosofia italiana del secondo Novecento. A venticinque anni dalla sua scomparsa, l’opera di Carchia continua a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si interroghi sul rapporto tra estetica, mito e critica della modernità.
Carchia è stato uno dei filosofi italiani più significativi del secondo Novecento: il suo pensiero si distingue per l’attenzione all’estetica, alla filosofia antica e alla critica della modernità. Laureatosi a Torino nel 1971, sotto la guida di Gianni Vattimo, con una tesi su “Verità e linguaggio nel giovane Benjamin”, Carchia ha intrapreso la carriera accademica dopo aver insegnato in vari licei, ricoprendo la cattedra di Estetica prima all’Università della Tuscia e quindi, dal 1992, all’Università Roma Tre.
Nel corso di un trentennio, egli ha elaborato una prospettiva teorica autonoma, insieme ampia e coerente, ha offerto un’interpretazione radicale dell’arte e dei suoi rapporti con la filosofia che intreccia l’eredità del pensiero antico con le istanze critiche del Novecento. Attraverso il confronto con il marxismo, la teoria critica, lo strutturalismo e la filosofia tedesca moderna e contemporanea, ha cioè investigato il ruolo dell’immagine, dell’apparenza e del mito nella costituzione del sapere e della sensibilità estetica, ed ha così esplorato le tensioni tra mito e ragione, tra apparire e essere, individuando una forma di resistenza alla logica strumentale della modernità.
Collocata in un crocevia di influssi che vanno da Walter Benjamin a Karl Löwith, da Hans Blumenberg a Reiner Schürmann, da Platone a Kant, l’opera di Carchia spazia quindi dalla lettura dell’orfismo e della tragedia greca alla filosofia dell’apparenza, fino all’analisi approfondita dell’estetica come spazio di emancipazione rispetto alla razionalizzazione moderna.
Vicino, sul piano politico, alle posizioni di Jacques Camatte e all’anarchismo di figure come Piero Flecchia e Arturo Schwarz, Carchia è stato anche un traduttore di fine sensibilità, e ha curato l’edizione italiana di testi di Adorno, Horkheimer, Marx, Benjamin, Blumenberg, Apel, Gehlen, Odo Marquard e Reiner Schürmann. Durante la sua intensissima, seppur breve, attività intellettuale, ha pubblicato numerose opere di rilievo, tra cui Orfismo e tragedia (1979), Estetica ed erotica (1981), Dall’apparenza al mistero (1983), La legittimazione dell’arte (1982), Arte e bellezza (1995), La favola dell’essere. Commento al Sofista (1997), L’estetica antica (1999) e il postumo L’amore del pensiero (2000).
Possibili aree d’indagine includono:
- Il ruolo dell’esperienza estetica e della categoria di apparenza rispetto alla razionalità strumentale.
- “Ermeneutica dell’arcaico”: il tema del mito e il relativo rapporto tra l’arcaico e il moderno, in connessione con le forme dell’arte e della poesia.
- L’estetica antica, la questione dell’autonomia dell’arte e il ruolo del sublime nella retorica antica.
- Carchia interprete di Platone e del platonismo.
- Kant e la questione dell’immaginazione.
- Il rapporto con il pensiero di Walter Benjamin e la concezione della “critica come salvazione”.
- Carchia e il pensiero francese: Bergson, Merleau-Ponty, Jankélévitch.
- Il ruolo della “theoria” e la sua potenza politica.
- La forma romanzesca e la dissoluzione del mito: da Lucrezio alla letteratura tardo-antica, il romanzo come fenomeno estetico e culturale.
- Il rapporto tra mito e tragedia nella filosofia estetica di Carchia: analisi delle radici orfiche e tragiche del pensiero estetico e del loro significato per la modernità.
- Le traduzioni e le letture di Carchia: il suo contributo nella diffusione del pensiero critico tedesco (Marx, Horkheimer, Apel, Gehlen, Blumenberg, Schürmann) in Italia.
Questo numero intende contribuire a una rinnovata ricezione dell’opera di Gianni Carchia, situandola nel contesto della ricerca estetica e filosofica attuale: invitiamo quindi studiose e studiosi a esplorare la portata del suo pensiero, capace di ripensare il rapporto tra filosofia, immagine e verità nell’orizzonte della modernità e oltre.
Linee guida per la presentazione degli articoli:
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