Presentazione: Le illusioni della mente collettiva

1/2016, [:it]gennaio[:en]January[:] ISBN: 9788899871031pp. 7 - 9 DOI: 10.19280/P2016-0001

Abstract

Il numero di Pólemos che qui si propone nasce dalla collaborazione con la Scuola di Roma dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Nel 2015 le lezioni e i seminari della Scuola sono stati dedicati al tema delle “illusioni della mente collettiva”, che danno il titolo anche a questo fascicolo della rivista.
Si trattava di interrogarsi sulla duplice configurazione della questione relativa alle credenze delle grandi masse. Per un verso, al fine di evidenziare il ruolo della propaganda, delle ideologie, della falsa coscienza nel prodursi delle grandi tragedie del Novecento, o ancora, per quanto riguarda la nostra epoca, di guardare al nesso fra l’infinito moltiplicarsi delle possibilità di comunicazione e il parallelo potenziarsi delle possibilità di manipolazione delle coscienze.
Per un altro verso l’obiettivo era mettere in luce la questione ineludibile delle risorse simboliche di riferimento in un’epoca in cui hanno perso d’incidenza le agenzie un tempo deputate ad alimentare tali risorse e in cui assistiamo a una crisi di legittimazione delle società occidentali post-democratiche e a una risorgente rilevanza pubblica delle religioni: basti pensare al venir meno dei grandi ideali emancipativi legati anche ai partiti di massa, o alla perdita di efficacia delle forme tradizionali di trasmissione del patrimonio culturale o di formazione del consenso.
La questione delle illusioni della mente collettiva ha finito in tal modo per intrecciarsi con quella della domanda intorno a “ciò che resta dei Lumi”, secondo una prospettiva anch’essa duplice. In primo luogo essa ci riporta infatti all’interrogazione che ha attraversato il Novecento sulla ‘tenuta’ della ragione, e insieme sulla possibilità che sia essa stessa a generare mostri. In secondo luogo evidenzia il vuoto lasciato dal venir meno di quelle illusioni e i pericoli legati a tale disgregazione: in questo senso a farsi avanti è l’esigenza del riproporsi di un orizzonte di trascendenza che riapra prospettive di emancipazione, sia che si declini tale orizzonte secondo le molteplici articolazioni del mito, sia che si faccia riferimento al ruolo delle ‘religioni civili’, sia che si insista sulle relazioni costruite sullo ‘scambio di ragioni’1.
Chiamati a riflettere su tale insieme di problemi, sia i relatori della Scuola sia coloro che ne hanno integrato i contributi attraverso la rivista hanno allargato lo spettro della tematica, fino a includervi con decisione la riflessione filosofica intorno a quelle che potremmo definire le condizioni trascendentali dell’illusione, dell’inganno e dell’autoinganno, la prospettiva letteraria o sociologica, allargando lo sguardo verso altre dimensioni di un tema, che si è confermato al tempo stesso inesauribile e ineludibile.

I contributi che vengono presentati in questo numero spaziano dunque in tale inesauribilità, a partire dal confronto con gli stessi fondamenti del conoscere che Marco Ivaldo interroga nella Dottrina trascendentale di Kant; o che Luca Illetterati indaga nella nozione di contraddizione e di pensiero oggettivo in Hegel. È tuttavia la stessa prospettiva aperta da Kant e da Hegel ad indurre a misurarsi con la dimensione pratica della ragione, una dimensione che Carla De Pascale affronta partendo dalla domanda “che cos’è la giustizia?”, un’idea o un mito politico?
L’orizzonte si amplia ulteriormente nei contributi dei giovani studiosi e ricercatori: Riccardo Berutti offre una prospettiva di ordine ontologico, attraverso il confronto con Gennaro Sasso, sull’incolmabile divergenza tra tra “verità” e “indagine filosofica”. L’approccio antropologico di Caterina Maurer propone un’analisi delle illusioni e degli inganni del sapere immediato che Hegel tratta nella fühlende Seele della Filosofia dello Spirito soggettivo. È invece con G.K. Chesterton, lo scrittore inglese che ha dato vita alla figura di padre Brown, che Federica Pazzelli si confronta, indagando, a partire da uno stile espositivo votato al paradosso, la maggiore coerenza che a volte ha la fantasia rispetto alla realtà. Di ordine più propriamente socio-psicologico, sebbene sullo sfondo di una riflessione di carattere filosofico sulla nozione di akrasia, le riflessioni di Cláudio Carvalho si concentrano attorno a un analisi dell’indebolimento della volontà in relazione agli stati di dipendenza; mentre Felix Sassmannshausen affronta il concetto di “ideologia” e, attraverso una ricognizione delle impostazioni di Theodor Adorno, Max Horkheimer e Detlev Claussen, propone un “rinnovamento” e una specificazione di questo concetto.
Oltre a tali contributi, il volume della rivista ospita un raffinato saggio inedito di Jacques D’Hondt, dal titolo La Tuile, in cui lo studioso si confronta con il tema del “caso”, preso a pretesto per una riflessione sui concetti di dialettica, di astrazione, di totalità, in una prospettiva evidentemente hegeliana, e la traduzione di un saggio di Felix Trautmann sul tema del potere e del suo linguaggio simbolico nel pensiero di Claude Lefort.
Ancora uno studio che si muove in ambito hegeliano è il testo di Guido Frilli, Passato senza tempo. Tempo, storia e memoria nella «Fenomenologia dello Spirito» di Hegel, incentrato sul tema della Erinnerung, qui recensito insieme ad altri due libri più direttamente impegnati sul tema delle “illusioni della mente collettiva”, quello di Andrea Cavalletti, Suggestione. Potenza e limiti del fascino politico, e quello di di Pier Paolo Portinaro, I conti con il passato. Vendetta, amnistia, giustizia.

  1. Per quanto riguarda l’articolarsi di tale problematica, si rimanda ad alcuni lavori dei membri fondatori della Scuola di Roma: per quanto riguarda il contributo di Marco Ivaldo si rinvia all’articolo contenuto in questo fascicolo. Di Massimiliano Biscuso si veda De Martino e Gramsci. Folklore, religione, ethos del trascendimento, in A. Vigorelli, M. Zanantoni, Gramsci oltre l’ideologia. Letture e interpretazioni (1960-2010), Unicopli, Milano 2011, pp. 145-172. Di Fiorinda Li Vigni, Persuasione, seduzione, inganno. Omero, Eschilo, Gorgia, La scuola di Pitagora editore, in corso di pubblicazione. Di Geminello Preterossi, oltre a Ciò che resta della democrazia, Laterza Roma-Bari 2015, si veda il saggio Dialettica del mito. Racconto e politica dell’origine, in “Filosofia politica”, 3/2014, pp. 391-424. Di Paolo Vinci si consideri in particolare il saggio Prender respiro. Storia e immagine: Benjamin e Baudelaire, in “Pólemos”, VIII, nn. 6-7, 2014, pp. 55-70.
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Cugini, Eleonora, e Fiorinda Li Vigni. "Presentazione: Le illusioni della mente collettiva". Pólemos IX. 1. (2016): 7-9 https://www.rivistapolemos.it/presentazione-le-illusioni-della-mente-collettiva/?lang=it
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Cugini, E., & Li Vigni F. (2016). "Presentazione: Le illusioni della mente collettiva". Pólemos IX. (1). 7-9 https://www.rivistapolemos.it/presentazione-le-illusioni-della-mente-collettiva/?lang=it
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Cugini, Eleonora, e Fiorinda Li Vigni. 2016. "Presentazione: Le illusioni della mente collettiva". Pólemos IX (1). Donzelli Editore: 7-9. https://www.rivistapolemos.it/presentazione-le-illusioni-della-mente-collettiva/?lang=it
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