Abstract
Prendendo spunto da Cultura di destra di Furio Jesi del 1979, questo articolo abbozza una genealogia preliminare dell’accelerazionismo fascista, una corrente distinta della militanza suprematista bianca responsabile di un numero considerevole di eventi stragisti nordamericani nell’arco di quattro decenni. Dopo aver collocato la teoria della violenza fascista di Jesi all’interno della più ampia svolta metodologica del suo lavoro dell’ultimo periodo, l’articolo procede a delineare tre caratteristiche chiave del pensiero di destra: un linguaggio di idee senza parole, una religione funeraria di morti esemplari e un repertorio di compiti militanti ma militarmente “inutile”. Resistendo alla tendenza a sovra o sottopoliticizzare questi eventi mortali, l’analisi di Jesi ci permette invece di riconoscere il funzionamento di una macchina mitologica che anima gli omicidi di massa della supremazia bianca nell’ultimo mezzo secolo. L’obiettivo di questo articolo è quello di tracciare la genesi e la mutazione di questa macchina, con particolare attenzione al periodo che va dal 1975 a oggi.