Abstract
L’articolo prende le mosse da Assembly (2022) di Rashaad Newsome. Opera ambiziosa e complessa (performance, installazione e workshop al medesimo tempo), si propone come poliedrica celebrazione del Voguing, uno stile di danza codificato negli Stati Uniti, durante gli anni Ottanta, nel contesto della ball culture gay, queer, nera e latina. Il presente testo si concentra sulle pratiche partecipative che caratterizzano l’opera e sulla concezione di assemblea che essa veicola. Infine, richiamando il lavoro di Fred Moten sul concetto di fugitivity, viene delineato un problema aperto. Come si definiscono linee di fuga a fronte dei tentativi di cooptazione neoliberale di quelle radicali istanze sociali proprie delle estetiche della blackness e recentemente incarnate dall’ultima ondata di Black Lives Matter?