Kafka, come è noto, non si rifà alla tradizione halachica, attraverso la quale i rabbini codificarono le leggi, ma usa la modalità aggadica, cioè una forma poetica, quella della leggenda, evitando in tal modo che la propria scrittura potesse funzionare anch’essa come legge. Da tutto ciò possiamo da subito apprendere alcune cose: oltre a indicare che l’uso che facciamo della scrittura è sempre un prendere posizione davanti alla legge, Kafka ci mostra la possibilità di uno stile di scrittura destituente. Infine e tenendo presente, per il nostro prosieguo e già come suo compimento, che questo procedere rimanda direttamente allo studio come pratica messianica, in questo più simile al gioco che non alla severa disciplina scolastica, potremmo concluderne che se il dare forma poetica al linguaggio è, parafrasando Fortini, omologo alla formalizzazione della vita che è «il fine e la fine del comunismo», allora veramente rivoluzionario è solamente quel movimento che porta questi due esercizi di formalizzazione alla loro coincidenza.
Esporta un file formato BIB per Bebop, BibSonomy, BibTeX, Jumper 2.0, Pybliographer, Qiqqa…
TY - JOUR
A1 - Tarì, Marcello
PY - 2020
TI - Il partito di Kafka
JO - Plemos
SN - 9788855221153/2281-9517
AB - Kafka, come è noto, non si rifà alla tradizione halachica, attraverso la quale i rabbini codificarono le leggi, ma usa la modalità aggadica, cioè una forma poetica, quella della leggenda, evitando in tal modo che la propria scrittura potesse funzionare anch’essa come legge. Da tutto ciò possiamo da subito apprendere alcune cose: oltre a indicare che l’uso che facciamo della scrittura è sempre un prendere posizione davanti alla legge, Kafka ci mostra la possibilità di uno stile di scrittura destituente. Infine e tenendo presente, per il nostro prosieguo e già come suo compimento, che questo procedere rimanda direttamente allo studio come pratica messianica, in questo più simile al gioco che non alla severa disciplina scolastica, potremmo concluderne che se il dare forma poetica al linguaggio è, parafrasando Fortini, omologo alla formalizzazione della vita che è «il fine e la fine del comunismo», allora veramente rivoluzionario è solamente quel movimento che porta questi due esercizi di formalizzazione alla loro coincidenza.
SE - 1/2020
DA - 2020
KW - scrittura destituente KW - studio KW - pratica messianica KW - poesia KW - Comunismo KW - Rivoluzione KW - Kafka KW - legge
UR - https://www.rivistapolemos.it/il-partito-di-kafka/?lang=it
DO - 10.48247/P2020-1-006
PB - Donzelli Editore
LA - it
SP - 83
EP - 105
ER -
@article{1048247/P20201006,
author = {Marcello Tarì},
title = {Il partito di Kafka},
publisher = {Donzelli Editore},
year = {2020},
ISBN = {9788855221153},
issn = {2281-9517},
abstract = {Kafka, come è noto, non si rifà alla tradizione halachica, attraverso la quale i rabbini codificarono le leggi, ma usa la modalità aggadica, cioè una forma poetica, quella della leggenda, evitando in tal modo che la propria scrittura potesse funzionare anch’essa come legge. Da tutto ciò possiamo da subito apprendere alcune cose: oltre a indicare che l’uso che facciamo della scrittura è sempre un prendere posizione davanti alla legge, Kafka ci mostra la possibilità di uno stile di scrittura destituente. Infine e tenendo presente, per il nostro prosieguo e già come suo compimento, che questo procedere rimanda direttamente allo studio come pratica messianica, in questo più simile al gioco che non alla severa disciplina scolastica, potremmo concluderne che se il dare forma poetica al linguaggio è, parafrasando Fortini, omologo alla formalizzazione della vita che è «il fine e la fine del comunismo», allora veramente rivoluzionario è solamente quel movimento che porta questi due esercizi di formalizzazione alla loro coincidenza.}
journal = {Pólemos},
number = {1/2020},
doi = {10.48247/P2020-1-006},
URL = {https://www.rivistapolemos.it/il-partito-di-kafka/?lang=it},
keywords = {scrittura destituente; studio; pratica messianica; poesia; Comunismo; Rivoluzione; Kafka; legge.},
pages = {83-105},
language = {it}
}