Abstract
Lo scopo del presente articolo è la comprensione del ruolo dell’intuizione estetica nella filosofia di Schelling; in particolare l’attenzione è focalizzata sugli ultimi due paragrafi dell’opera del 1800 System des transzendentalen Idealismus. Il nucleo d’interesse è, più nello specifico, la relazione tra l’intuizione artistica e la soggettività, l’Io, cioè l’origine della filosofia trascendentale. Il contributo dell’arte è necessario per Schelling nella misura in cui lo scopo del filosofo è quello di rendere la propria scienza perfetta, dato che solo durante la produzione artistica viene meno l’opposizione tra attività consapevole e attività inconsapevole. Attraverso un breve confronto con alcuni passi della kantiana Kritik der Urteilskraft, l’oggettività raggiunta da Schelling sarà considerata come la tappa finale – decisiva – verso la nuova mitologia, cioè verso la realizzazione della speranza filosofica del superamento della contraddizione tra libertà e necessità.